Quali sono i segnali di rischio per un’impresa? Perché è importante l’analisi del bilancio e quali sono gli altri indicatori fondamentali? Cosa fare, se ci si accorge di essere a rischio crisi, per portare in salvaguardia l’azienda?
Ne parliamo con Giuseppe Baldassarri, Direttore Generale ed esperto di Bizcovery in consulenza fiscale, amministrativa, aziendale e bancaria e nell’accompagnamento delle aziende attraverso i cambiamenti organizzativi e del mercato.
Ciao Giuseppe, nella tua carriera tu e i tuoi collaboratori avete aiutato tante aziende a uscire con successo da momenti difficili. Tutto è sempre partito da un’attenta analisi del bilancio, vero?
Assolutamente sì. Come si va dal medico regolarmente per farsi prescrivere degli esami di controllo, noi partiamo sempre da un’attenta “radiografia” del bilancio aziendale. L’analisi del bilancio mette in evidenza quei dati e quegli aspetti critici che, se non gestiti a dovere, possono portare a conseguenze negative per l’azienda. Tra l’altro oggi tutto questo è diventato un obbligo: il nuovo “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” impone all’imprenditore di dotarsi di adeguati strumenti per la rilevazione tempestiva dello stato di crisi e per l’assunzione di iniziative idonee.
Quando leggiamo un bilancio, capiamo subito se l’azienda produce o meno profitto e capiamo anche se non si sarà più in grado di risolvere i debiti con le banche, perché il fatturato non lo permette. Con un’analisi del bilancio capiamo anche se riuscirai o meno a pagare i tuoi fornitori.
Se hai contratto dei debiti, a quel punto sei costretto a pagarli e questi debiti normalmente vengono pagati con le risorse dei flussi di cassa: in caso di calo di fatturato, possiamo prevedere il momento in cui il profitto sarà azzerato.
L’azienda è a rischio quando non riesce a rientrare di questi debiti. Ancor prima, lo stesso imprenditore si vede costretto a sacrificare il suo margine di contribuzione personale per cercare di “salvare” l’azienda, entrando in una spirale negativa. Tutte le aziende che sono entrate in crisi, di fatto non l’avevano prevista. Un’accurata analisi di bilancio può far prevenire tutto questo, perché porta all’adozione tempestiva delle giuste contromisure. Sono orgoglioso di poter dire che nessuno dei nostri clienti è stato costretto a chiudere l’azienda, nemmeno negli anni più critici dell’ultima crisi economica.
Lo scenario attuale quali indicazioni fornisce?
Oggi ci sono nuove avvisaglie di crisi e l’approccio che consigliamo è quello di sempre: grande attenzione al bilancio.
Una problematica comune, ad esempio, oggi sono gli ordini a brevissimo termine, che non consentono all’azienda un’adeguata programmazione. Le aziende che si basano su un accurato monitoraggio della situazione finanziaria e amministrativa arrivano a mettere in sicurezza i conti e alcune arrivano addirittura a non avere necessità del prestito bancario o non dover più contare sul fatturato futuro per pagare la gestione attuale. Grazie al mantenimento di una buona liquidità, il loro fatturato futuro sarà a piena disposizione e quindi potranno affrontare la situazione nel modo migliore.
Gli imprenditori, inoltre, oggi capiscono sempre più il valore di qualcuno che li supporti e “guidi” in questi scenari così mutevoli. Il piccolo imprenditore, in particolare, si è sempre fidato delle sue intuizioni (come dicevamo anche qui, con riferimento al marketing), e queste in molti casi l’hanno portato al successo. Ma il suo limite spesso è pensare al solo fatturato senza tenere conto di tutti i fattori che vanno a costituire il bilancio. Gli indicatori e i segnali vanno tutti considerati, e sempre più imprenditori, anche piccoli, capiscono che condurre l’azienda è diventato oggi molto più difficile senza un approccio “scientifico” al bilancio aziendale.
Basta un’analisi del bilancio per notare i segnali di una crisi?
Sicuramente ci sono altri indicatori o aspetti aziendali di cui tenere conto (problematiche legate alle risorse umane, problematiche di produzione, tecnologiche, logistiche, o legate ai processi organizzativi, ad esempio): però tutto si può ricondurre poi agli effetti negativi o positivi che le diverse variabili di management possono avere sul bilancio aziendale.
L’ideale per conoscere a fondo le dinamiche coinvolte è affiancare il management direttamente in azienda per un certo periodo: quando avviene, ciò consente di entrare in contatto con la realtà aziendale e vedere da vicino quali possono essere le cause principali di un eventuale andamento negativo degli indicatori. A quel punto si possono suggerire soluzioni o l’eventuale supporto di figure specializzate in singoli aspetti di gestione: un po’ come il medico di famiglia consiglia al paziente, se necessario, di consultare uno specialista.
Cosa fare se ci si accorge di essere a rischio crisi?
Si possono prendere diverse iniziative, ed ogni caso va valutato nelle sue specificità.
Una possibilità è l’accensione di un mutuo a lungo termine contemporaneamente all’adozione di strategie per la riduzione dei costi, così che nel tempo si possa tornare a una situazione di equilibrio e ricominciare a generare profitti.
Ogni volta è fondamentale la tempestività degli interventi, non appena si evidenziano segnali di rischio. L’obiettivo è attivarsi immediatamente per prevenire le perdite che si genererebbero in tempi anche piuttosto ravvicinati. La gestione dei rapporti con le banche è ovviamente un altro aspetto fondamentale. Così come adottare strategie di riduzione temporanea del personale aziendale, con l’obiettivo di assumere nuovamente le risorse una volta che l’azienda, riorganizzata, sia tornata a generare profitto.
Quando scatta la necessità di fare un piano di risanamento e quali sono le azioni prioritarie per portare in salvaguardia l’azienda?
Il mio messaggio ancora una volta è: analizzare a fondo il bilancio ed intervenire preventivamente in tutti i modi per evitare di arrivare fino a questo punto.
In ogni caso, un piano di risanamento ha senso solo se l’azienda sia ancora nelle condizioni di essere salvata. Paradossalmente, un’azienda potrebbe già trovarsi ad avere necessità di un piano di risanamento senza averne piena percezione, magari perché si stanno ignorando o non si stanno analizzando a dovere i segnali di crisi. Tutto dipende dal momento in cui si giunge ad effettuare una “radiografia” analitica del bilancio e se a quel punto, in caso di segnali negativi, c’è ancora il tempo per effettuare gli eventuali interventi necessari.
Oggi le soluzioni esistono: come dicevo, le strategie possibili sono diverse e da valutare e consigliare caso per caso (finanziamenti a lungo termine, riduzione dei costi, rapporti con le banche, riduzione del personale, innovazione nella produzione, strategie commerciali…). Le aziende che prendono subito le giuste iniziative, possono confidare nella “ripartenza” in un lasso ragionevole di tempo e in una successiva normalità.