La gestione del rapporto con le banche nelle PMI

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La gestione del rapporto con le banche nelle PMI

In questo articolo dedicato alle fonti di finanziamento, spieghiamo in parole semplici cos’è la gestione del rapporto con le banche, e qual è il ruolo di un consulente specializzato.

Come nel precedente articolo, ci aiuta in questo nuovamente Giuseppe Baldassarri, Direttore Generale ed esperto di Bizcovery in consulenza fiscale, amministrativa, aziendale e bancaria e nell’accompagnamento delle aziende attraverso i cambiamenti organizzativi e del mercato.

Di cosa si parla esattamente quando parliamo di “gestione dei rapporti con le banche”?

La gestione dei rapporti con le banche è finalizzata innanzitutto a differenziare le forme di credito, gestendo quelle più adatte alla situazione e alla conformazione dell’azienda. Molte aziende hanno problemi di liquidità: pensiamo a quante, ad esempio, in questo periodo di stagnazione economica, hanno ordini intermittenti da parte dei clienti. La banca può aiutare nei pagamenti e riuscire a gestire il rapporto con gli enti di credito è molto importante per la tenuta finanziaria dell’impresa.

Quante PMI hanno personale interno dedicato alla gestione dei rapporti con le banche?

Per la mia esperienza personale, sono rarissimi i casi in cui vi è una persona dedicata. In alcune medie aziende, una o più risorse dell’amministrazione se ne occupano, ma solitamente in maniera saltuaria. Ecco perché nella maggior parte dei casi ci si rivolge a dei consulenti esterni specializzati. Noi, ad esempio, siamo specializzati nel gestire i rapporti con le banche locali.

Quali sono le principali complessità nell’accesso al credito per le PMI?

La criticità principale per l’accesso al credito è avere un rating bancario adeguato. Il rating bancario è l’indicatore di valutazione dell’affidabilità di un’azienda. Questo parametro, fondamentale per accedere ai prestiti, può essere migliorato con la crescita patrimoniale ed economica dell’impresa che, a sua volta, va perseguita attraverso l’analisi e la pianificazione dei ricavi e aggiornando costantemente il proprio business plan.

Un’impresa deve chiedere un sostanzioso prestito per sostenere un investimento produttivo. Di cosa ha bisogno? Qual è la prassi?

Per richiedere un finanziamento, ad esempio un mutuo oppure un fido proporzionato alle esigenze, è necessario presentare un business plan che dimostri in modo rigoroso i risultati economici positivi attesi. Il consulente può aiutare a redigerlo. Inoltre, il consulente aiuterà l’impresa a districarsi tra le varie possibilità di finanziamento proposte, valutando l’adeguatezza della durata e dei tassi di interesse.

Di cosa si occupa il consulente per la gestione dei rapporti con le banche?

Il consulente può aiutare l’impresa a redigere il business plan ed a fare l’analisi dei ricavi attesi, supportando l’imprenditore e la direzione aziendale a considerare i parametri importanti come i flussi di cassa e la liquidità. Successivamente, valutare l’ammontare necessario da richiedere e, in seguito, le forme di finanziamento e i tassi di interesse proposti dai vari istituti di credito.

Inoltre, il consulente può trattare direttamente con la banca, arrivando in alcuni casi a diminuire i costi di commissione richiesti.

Il consulente, infine, può suggerire di cambiare un istituto di credito, per esempio quando i tassi di interesse non sono più competitivi e le garanzie richieste diventano eccessive.

In quale rischio si incorre trascurando una buona gestione dei rapporti con le banche?

Il rischio maggiore, che anche a noi è capitato di riscontrare nella realtà, è di trovarsi in difficoltà finanziarie anche quando l’andamento complessivo dell’azienda è positivo. Per questo dico sempre che il consulente serve di più quando l’azienda va bene.

Avevamo il caso di un cliente che aveva richiesto un fido da 300.000 euro che non veniva utilizzato. Si trovava a pagare la commissione dello 0,5% ogni tre mesi alla banca, ossia il 2% a fine anno. Dopo aver valutato le reali necessità di liquidità, abbiamo proceduto con il diminuire l’entità del fido a 250.000 euro ed a trattare l’entità delle commissioni con la banca, apportando all’azienda un significativo risparmio. 

Questo tema ti interessa e vuoi approfondire? Vieni a parlarne in sede con gli esperti Bizcovery, oppure scrivici a info@bizcovery.it

By |2019-12-12T12:36:17+00:00dicembre 12th, 2019|Blog|