Quali sono le migliori strategie per aprire un’attività turistica? Lo chiediamo a Matteo Baldassarri, esperto del team Bizcovery in Consulenza Startup. Un consulente con il “turismo nel sangue”, che può mettere in campo una consolidata esperienza in prima persona nella gestione di attività turistiche e commerciali a Gabicce Mare e Cattolica.
Prima puntata: lo stabilimento balneare. Quali innovazioni apportare, come finanziare il progetto, la relazione con i clienti, consigli per non improvvisarsi imprenditori (puoi leggere la seconda puntata dedicata alle attività nel settore wellness qui).
Ciao Matteo, com’è nata la tua passione per il mondo del turismo?
Il turismo lo vivo da quando sono piccolo. Essere nato e cresciuto come me nella riviera romagnola, ti permette di crescere con il “turismo nel sangue”. È quello che vivi tutti i giorni, quando in famiglia qualcuno conduce già un’attività, oppure lavora per un imprenditore turistico. Nel mio caso, la nostra famiglia aveva un’attività turistica a Gradara, che poi, grazie alle capacità e all’innovazione, è diventata un relais di lusso.
Quando hai avviato la tua prima impresa turistica?
Nel 2009 ho acquistato uno stabilimento balneare a Gabicce Mare, insieme ad un socio: i Bagni 32.
Nel 2013 ho avviato una fish spa, che è un’attività commerciale vera e propria. Questa, rispetto allo stabilimento balneare, è annuale e si rivolge anche ad un target locale, con una clientela fidelizzata sia di turisti che di residenti.
Nello stesso anno, sono entrato anche nel comitato commercianti di Gabicce, di cui sono diventato presidente nel 2015. Anche questa esperienza mi ha permesso di crescere ed imparare molto, entrando a contatto con le dinamiche pubbliche dell’amministrazione comunale.
Parlaci dello stabilimento balneare: come avete approcciato il mercato, rispetto al classico modello di stabilimento balneare?
Quando abbiamo acquistato la spiaggia, era un classico stabilimento, rimasto sostanzialmente agli anni ‘70. Il primo anno abbiamo lasciato tutto invariato, ma dal secondo abbiamo iniziato a lavorare sul ri-posizionamento come stabilimento innovativo, per differenziarci da un mercato “anziano” (sia come logiche che come pubblico) dove tutti fanno e offrono da sempre praticamente le stesse cose.
La prima iniziativa è stata il totale rinnovamento dell’attrezzatura. La seconda, il wi-fi. Bagni 32 è stato il primo stabilimento di Gabicce Mare ad avere la connessione ad internet gratuita.
Abbiamo poi aperto un sito Internet, iniziando a mostrare le attività e i servizi del bagno, e a promuoverci attraverso i social network, cosa al tempo alquanto rara per questo tipo di attività.
Poi, abbiamo lavorato sui servizi: una delle innovazioni più apprezzate è stata la doccia calda con gettoniera. Eh sì, erano tempi in cui nei bagni, già a metà giornata per via dell’utilizzo gratuito intensivo, ci si faceva ancora la doccia gelata. Con questa idea, siamo riusciti ad attrarre famiglie anche dagli stabilimenti vicini, che venivano a fare la doccia ai loro bambini da noi!
E poi siamo partiti con i gadget, le magliette e altre iniziative per coinvolgere i clienti: eravamo inizialmente visti come “quelli strani”, i “rompiscatole”, però in questi 10 anni abbiamo portato anche i nostri concorrenti ad evolversi, facendo alzare il livello di tutta l’offerta locale.
Oggi abbiamo il campo da beach volley e le docce emozionali. Abbiamo anche informatizzato il sistema di gestione interno, per ottimizzare i flussi di lavoro e introdotto un nuovo sistema di prenotazioni.
Guardiamo continuamente ai territori vicini, a partire dalla riviera romagnola, per osservare i casi migliori e apportare sempre più innovazioni alla nostra attività. Ci piace l’idea di continuare ad innovare un settore tradizionale.
Vi siete avvalsi di fonti di finanziamento, in particolare?
Abbiamo ottenuto un contributo dalla Confartigianato, ma si trattava di contributo in conto interessi. In sostanza, ci hanno agevolato nel prendere il mutuo, finalizzato all’acquisto di tutte le nuove attrezzature. Successivamente, ci siamo avvalsi del finanziamento classico delle banche. La buona parte delle spese però, è stata sostenuta autofinanziandoci con i nostri risparmi.
Le banche vi hanno finanziato senza problemi?
Sì, per due motivi. Il primo è che abbiamo sempre fatto proiezioni finanziarie precise ed attendibili (business plan) e siamo partiti con un capitale proprio. Quando abbiamo presentato il business plan, abbiamo dovuto dimostrare con grande precisione come avremmo investito (ristrutturazioni, arredi, gazebo, ecc). Ricordiamo che una banca monitora continuamente lo stato di avanzamento dei lavori, erogando il finanziamento dietro presentazione delle fatture. Il secondo motivo, è la competenza acquisita in anni lavorando come Studio Commerciale Baldassarri, che ci ha permesso di gestire al meglio il rapporto con le filiali locali e con gli interlocutori bancari.
In quanto siete rientrati?
Siamo rientrati in 5 anni dal finanziamento erogato iniziale di 50.000 euro, come previsto dal business plan.
Com’è il rapporto con la vostra clientela?
Quanto è importante la capacità di relazionarsi con le persone? In uno stabilimento balneare il rapporto con il cliente è fondamentale. L’intero business è basato sulle relazioni: i clienti amano parlare con il gestore e con la sua famiglia, e spesso si creano dei veri e propri rapporti di amicizia, che durano anni. Quando gestisci un’attività di questo tipo devi certamente avere una grande empatia e capacità relazionali. Questo ti permette di crescere anche come persona.
Quali strategie avete impostato per la ricerca di nuovi clienti?
Puntando sui servizi innovativi, abbiamo fatto in modo che molte persone che frequentavano prima altre strutture si spostassero da noi, soprattutto i target giovani e famiglie con bambini. Abbiamo poi puntato molto sul web e sui social, in particolare. Inoltre, abbiamo deciso di non fare convenzioni con gli hotel, perché vogliamo essere indipendenti. La nostra spiaggia non è grandissima, e ci piace che la clientela venga soprattutto in modo spontaneo.
Che consiglio daresti a chi vuole diventare un imprenditore turistico?
Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che nel turismo non ci si “inventa”. Chi è cresciuto in luoghi come i nostri, ad alta intensità turistica, e ha avuto l’opportunità di lavorare in una struttura sin da giovane, avrà sviluppato quelle capacità di accoglienza e di relazione e quello spirito di sacrificio che sono due dei tratti fondamentali di un imprenditore turistico. La cosa che consiglio di chiedersi, quindi, prima di avviare un business è: hai le caratteristiche e la passione giuste per diventare un imprenditore turistico? Se sì, allora parti!